Di Sara Cavazzini
Come ogni fine dell’anno mi metto a scrivere cose di dubbio interesse per pura autocelebrazione, visto che è il mio compleanno e ciò mi legittima a fare quello che voglio. Anche se quest’anno c’è il problema che ‘turning 21 is a bitch to go through’, ma ci proverò lo stesso. Okay, potrei andare avanti con citazioni sull’essere twenty-one fino al mio prossimo compleanno quindi facciamo che no, mi accontento di una sola che nessuno coglierà.
Come prima cosa mi voglio lamentare perché anche quest’anno nessuno mi ha regalato Tom Delonge.
L’inizio di quest’anno è stato segnato da Vegas finalmente entrata nella setlist degli All Time Low, dopo averla aspettata per 7 anni, e non poteva esserci di meglio per aprire l’anno nuovo che trovarsi a rotolare piangendo sul pavimento dei Magazzini Generali. Nel 2015 pubblicheranno un nuovo album e io sono già molto tesa perché, come negli ultimi 8 anni, ogni volta che si parla di All Time Low io mi sento male.
I Moose Blood sono stati la band dell’anno, ve l’abbiamo detto da subito, ne abbiamo parlato talmente tanto che vi abbiamo portato allo sfinimento credo, abbiamo intervistato Eddy sul loro van dopo un pomeriggio di freddo e disagio, ci hanno regalato un sacco di feels ed è stato tutto molto bello.
Io mi sono divertita a rompervi le palle con i Natives, che hanno pubblicato l’album dell’anno (come ho già spiegato qui) e che sono riusciti a farmi piangere solo per il fatto di essere troppo bravi. Sono una delle band migliori uscite negli ultimi anni, noi ve lo diciamo dal 2012, ma il mondo non l’ha ancora capito.
Anche quest’anno non si sono fatti mancare gli scioglimenti pesanti, che ci hanno fatto soffrire un sacco, è proprio stata una strage direi, City Lights, The Dangerous Summer, Kids In Glass Houses, The Swellers, Canterbury, A Loss For Words, Save Your Breath, There For Tomorrow, The Blackout, giusto per citarne alcuni.
Qualche gioia c’è stata, per esempio la reunion dei Metro Station che ci ha ricatapultati nel 2008 e ha creato molto disagio. Per parlare di cose serie invece c’è da dire che Anthony Green è tornato con i Saosin, e io la conto come reunion visto che i Saosin senza di lui erano un’altra cosa; poi ci sono stati i Midtown, che dopo anni di We Want Midtown Back, ci hanno fatto la sorpresona e hanno fatto un secret show e suonato ad entrambe le giornate dello Skate & Surf. La nostalgia di Gabe Saporta per gli early ’00 sarà stata placata? A quanto pare si, visto che anche i Cobra Starship sono tornati, con l’aggiunta del buon Halvo, e stanno spopolando, magari è finalmente la volta buona per averli qua, ma i Midtown li rivogliamo sempre in ogni caso. Ma il vero avvenimento sconvolgente di quest’anno ha visto protagonisti gli American Football che, dopo quasi 15 anni di silenzio, sono tornati a farci piangere, e al momento loro sembra non abbiano voglia di fermarsi, visto che continuano ad annunciare date a caso
Sarà stato anche per merito loro che abbiamo avuto il piacere di affrontare l’emo revival, anche se nel nostro cuore l’emo non se n’è mai andato, come ha detto anche il nostro amico Eddy.
Ci sono state cose bellissime, per esempio la definitiva svolta pop di Taylor Swift, che ha fatto un album strepitoso, o due geni come Dallas Green e Alicia Moore che si sono incontrati e hanno fatto una cosa che per descriverla bisognerebbe inventare dei nuovi aggettivi.
L’Australia ci ha dato enormi gioie, gioie comunemente chiamate Trophy Eyes, ovvero la band che ha vinto nel pop punk, che a febbraio verrà qua con i bei faccini tanto invidiati degli As It Is.
Poi ci sono persone che anche quest’anno hanno dimostrato di non essere in grado di fare cose brutte, vedi Andrew McMahon e i Transit, sempre siano lodati.
Il premio show dell’anno per quanto riguarda l’Italia va senza ombra di dubbio ai Brand New, una vita ad aspettarli, un live perfetto e soprattutto HANNO FATTO SOCO AMARETTO LIME.
In generale questo è stato un grande anno, davvero tantissime band sono passate a trovarci e non possiamo che esserne felici. C’è da dire che anche noi qua ci siamo dati da fare: ci sono state un sacco di iniziative che hanno dato spazio alle band nostrane, c’è stato il Save The Whale, c’è stato il primo Pop-Punk.It Fest, per citare quelli che abbiamo seguito più da vicino, e speriamo che possano ripetersi e che possano nascere altre cose di questo genere per far vedere che qua qualcosa si sta muovendo e che qualcosa di buono c’è.
Il premio per aver rovinato la mia vita più di tutti va come sempre ai The Maine, anche se quest’anno si sono calmati e sono riusciti a pubblicare solo la deluxe edition di Forever Halloween (che cosa bella), questo non mi ha impedito di impazzire e andare a vederli a Londra, visto che stavolta da qua non sono passati, per uno dei concerti più belli della mia vita.
A dir la verità quest’anno la cosa del prendere andare in UK a caso a vedere cose mi è sfuggita un po’ di mano, ma la Chelli è impazzita di più ed è andata a New York per gli Ataris. Il filo che unisce tutte queste cose sono gli State Champs che alla fine abbiamo visto svariate volte e che sono stati una festa.
L’unico vero rimpianto è non aver visto i blink quest’anno, però la colpa in questo caso non è mia, ma della vita che è una merda.
Ci sono state però anche delle schifezze quest’anno, come per esempio Resurrection o i McBusted, che per quanto possa amare i McFly e per quanto possa apprezzare i Busted, mettere insieme le due cose a parer mio non è proprio stata un’idea vincente.
È stato un anno di grandi album e di grandi show, abbiamo intervistato i New Found Glory e stiamo ancora tremando, sono venuti qui i Fall Out Boy, siamo state sul buio e disordinato van dei Moose Blood, abbiamo finto una scomparsa, un litigio e la chiusura solo per creare hype per una grafica nuova (poi abbiamo rischiato di chiudere per davvero, ma questa è un’altra storia), abbiamo fatto un sacco di road trip a caso, abbiamo difeso un sacco, siamo state un sacco emo, abbiamo fangirlato altrettanto e ovviamente non ci siamo fatte mancare le cazzate, abbiamo finalmente fatto degli adesivi, ben due tipi, e ovviamente anche in quello ci abbiamo messo la nostra solita dose d’ignoranza, ma il modo per fare soldi ancora non l’abbiamo trovato.