Il primo incontro con George Herald è uno di quello che non dimenticheremo mai. Un ozioso pomeriggio di inizio aprile, in un giardino privato nella bergamasca dove si festeggiava il compleanno di un local pop punk kid a ritmo di musica live. Quel giorno suonarono band della scena come i Sittingthesummerout, i My Dinosaur Life e i The Last Confidence, e una band venne addirittura dalla Francia, i Back Garden Light, ormai italiani d’adozione.
Milano, giugno, caldo, zanzare e pochi denari. Apro WhatsApp e leggo “Ohi coglione, c’è sta situa e si va a suonare ad Odessa in Ucraina, ci danno una mano a organizzare qualche altra data intorno, che si fa?” Il buon Fede, chitarrista, grazie al suo incredibile girovagare online durante il suo lavoro da bibliotecario, ha trovato un altro pazzo che nella fresca Ucraina sta organizzando un festival emo/screamo e robacce simili, il Seaside Suicide, un nome una garanzia. Gli serve una band per chiudere la serata e per qualche motivo improbabile gli arriva il nostro nome. Con una botta di ansia mi procuro il furgone, preparo tutto per il tour e scrivo sul gruppo per decidere l’orario della partenza, solo per sentirmi rispondere: “Pirla va che si va a fine agosto” .