di Sara Cavazzini
ph Michela Rognoni
In una fredda domenica di fine gennaio, decidiamo di abbandonare il tepore delle nostre case per imbarcarci in uno dei nostri nostalgici viaggi temporali. Dopo aver guidato per un tempo indefinito, riusciamo a parcheggiare la nostra Delorean nel 28 gennaio 2008 fuori dall’Alcatraz.
Si parte presto, dopo il breve set iniziale dei Set To Stun, è subito il turno dei Palisades, appena arrivati per unirsi al tour (che hanno già dovuto abbandonare per un’epidemia di influenza che li ha messi ko). La loro esibizione passa senza infamia e senza lode, la band si comporta bene davanti alle (purtroppo) poche persone presenti, la maggior parte delle quali li stava probabilmente ascoltando per la prima volta, proponendo per lo più canzoni del loro selftitled, uscito lo scorso anno.
Il clima di dilagante nostalgia viene rafforzato dalla playlist anni ‘90 che precede l’arrivo degli headliner, noi ne siamo state molto emozionate, ma allo stesso tempo arrabbiatissime per aver skippato Wannabe.
Poi arriva il momento in cui gli Escape The Fate salgono sul palco, ed è qua che il 2008 torna trionfante, in primis per le scelte di guardaroba tipiche dell’era, che ai giorni nostri possiamo reputare discutibili, sia per la setlist composta in gran parte da brani tratti da This War Is Ours.
Il set non è impeccabile e c’è qualche sbavatura a livello vocale per Craig Mabbitt, ma prosegue senza grandi intoppi. Non possono mancare ovviamente anche pezzi dai loro altri dischi, in particolare ci sono Do You Love Me, I Am Human e Broken Heart, dal nuovo album I Am Human, in uscita il 16 febbraio. E poi fanno addirittura una cover di Dead! Dei My Chemical Romance.
Insomma la conclusione è, come ammesso anche da Robert Ortiz, ci manca MySpace.
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