Di Francesca Pieschi
Dal momento che le mie review funzionano quasi sempre per associazione di idee, devo dire che sì, anche i Sick/Sea mi ricordano qualcosa, ma non so esattamente cosa.
Nonostante questa premessa, in loro c’è un non so che di profondamente originale, e di certo non è il fatto che a cantare è una donna, visto che ormai il panorama musicale ne è pieno. “Originality is dead” dicevano le magliette della Glamour Kills.
“Moral Compass” è il secondo EP della band texana capitanata dai due fratelli Audrey e Cameron Scott.
Ispiratisi alla musica della loro infanzia – indie, jazz, rock – hanno dato vita ad uno stile tutto loro, una reinterpretazione interessante dell’indie rock.
I testi parlano di vita, d’amore e nulla è lasciato al caso. Ogni parola è ben soppesata e studiata, proprio come gli ingredienti di una bella torta. A condire il tutto, poi, la voce di Audrey dà alla ricetta quel tocco in più che la rende speciale.
In apertura troviamo “Parasite”, seguita da “Robot”, primo video/singolo estratto. Ambientato in un “giardino sul retro” qualsiasi (tipico delle case americane), si conclude con l’arrivo della band su un palco, come spesso è accaduto in molti altri video. Ma questa è un’altra storia.
I primi due sono i pezzi più incisivi, che lasciano però presto spazio alla seconda parte dell’EP, decisamente più rilassata, sulle note di “Master Splinter”, passando per il ritmo un po’ incerto di “Mermaid” e per finire con la romantica “Blinked”, che mi riporta alla mente i lenti che si ballavano ai prom negli anni ’50.
Non essendo un’amante del genere, probabilmente non sono la persona più adatta a dare un giudizio su questo album, ma nel complesso direi che merita, se non altro se siete alla ricerca di qualcosa di diverso, di unico.
E poi dai, la copertina è così hipster che mi verrebbe voglia di farne una gigantografia e appenderla sul muro.
Voto: 3/5
Aim A Trabolmeicher 