di Michela Rognoni
Me la prendo con il mio amico Elia Alovisi di Noisey che ha scritto questo articolo in cui con troppe parole ha spiegato troppe cose superflue quando avrebbe potuto tagliare (non tagliarsi, dai, battuta terrificante) titolando: “Vi ricordate quanto facevamo ridere nel 2008?”.
Nella mia modesta opinione, che in inglese si dice IMHO che suona schifosamente simile a EMO, Elia sbaglia subito dal titolo usando la parola “Falso Emo”. Zietto, eravamo riusciti ad uscirne nel 2008 quando su Wikipedia avevamo deciso per la dicitura “third wave” (che comprende un po’ tutto, dagli escape the fate ai cobra starship, fa niente se fanno generi completante a caso). A parte gli scherzi, sembrano gli insulti bellissimi che si lanciavano in Vetra: “Tu non sei un vero emo, i veri emo ascoltano i Sunny Day Real Estate, mica i dARI!” (che poi era l’evoluzione di “tu non sei un vero punk, i veri punk ascoltano i Ramones mica i blink”).
Il mio amichetto poi parte in quarta parlando degli Zero Assoluto e dei Sonohra, descrivendo il tentativo discografico di rendere l’emo in italiano, ma si sa che le sottoculture schifano il mainstream di base e infatti considerarono “poser” entrambe le band. Come in america si consideravano poser gli A Rocket To The Moon e Nevershoutnever (citati nell’articolo) che in pratica facevano country pop, un po’ l’equivalente delle canzoni d’amore cheesy italiane.
Per spiegarla meglio: chi ascoltava l’emo si metteva i cerchietti coi teschi e le slip on a scacchi, chi ascoltava i Sonohra si metteva le felpe con le stelline e la collana con gli smarties. è vero che i Sonohra si mettevano le cravatte come i My Chemical Romance, ma senza eyeliner non sono riusciti a essere credibili.
Anche i Finley e i Vanilla Sky non erano emo né per davvero né per finta. Loro erano usciti ai tempi del pop punk, sarebbe come dire che il selftitled dei blink è un disco emo solo perché Tom Delonge aveva il ciuffo. Ci sta che ti vesti così, ma fumo e cenere non è emo, è una semplicissima ballad. E i Vanilla Sky bo, hanno fatto un disco con dei pezzi tristi in italiano, ma non è che Waiting For Something fosse proprio un disco felice…
Gli unici che sono venuti fuori con l’emo e che si definivano emo e nonostante ciò erano detestati dagli emo kids italiani erano i dARI e i Lost. In realtà piacevano a tutti, ma lo scopriremo solo nel 2017 quando ormai a 27 anni non è più motivo di vergogna e ignoranza musicale dire “andiamo a vedere i dARI, io ho ancora la versione deluxe di sottovuoto generazionale!”
Poi si è dimenticato di citare un altro gruppo fondamentale: i Broken Heart College. Che c’era dentro il cantante degli Hopes Die Last (che erano emo per davveramente) e poi avevano plagiato i blink, e poi grazie a dio si sono eliminati da soli prima che il danno diventasse irreparabile.
Che comunque non dobbiamo pensare che solo in Italia avevamo questi gruppi imbarazzanti eh, perché in america zitti zitti c’erano i Cobra Starship e i Forever the Sickest Kids, che a me piacciono da morire eh, però non facevano cose tanto diverse da quelle che facevano i dARI (oh all my friends don’t get it i’m in love with a hip hop chic sarà mica poesia). Ce n’erano anche ti peggio tipo i Blessed By A Broken Heart e i Fear And Loathing in Las Vegas, cose che se venivano in Italia, venivano allo Zoe (o picchiati).
Ah, giusto: c’erano anche i Jonas Brothers.
Mi ricordo il momento esatto in cui è morto l’emo, sia quello in italiano bruttissimo, sia gli anni d’oro di Fueled By Ramen. Fu quando tutti i vips di Netlog si tagliarono la frangia mettendo in mostra la loro faccia e guardandoli pensavi “oddio sembrava figo ma in realtà è un cesso”.
Sulla conclusione invece sono d’accordo con Elia purtroppo. E basta con sta trap che non è neanche divertente.