Dopo le grandissime delusioni e le immense gioie che lo scorso anno mi aveva riservato, nel 2016 è stato difficile ascoltare dischi nuovi non partendo con una fastidiosa sensazione di rassegnazione e timore di non trovare nulla di buono. In effetti mediamente le uscite di quest’anno sono rimaste ad un livello inferiore rispetto a quelle degli ultimi due, ma c’è da dire che almeno in questi 12 mesi l’unico disco che davvero non ha soddisfatto le mie aspettative è stato quello dei Moose Blood. Mi sono dilungata con gli album (ben 15) perché, a parte i primi due che sono i vincitori indiscussi del premio “disco dell’anno” e i quattro che li seguono che mi hanno devastato la vita in questo anno, tra gli altri non riuscivo a decidere un ordine ben preciso e non mi sembrava giusto lasciarne fuori qualcuno.
Ne ho lasciati fuori altri, perché sono cose che interessano solo a me, quindi apro l’angolo consigli: Shane Henderson, cantante dei Valencia, che si fa chiamare Promise Of Redemption per il suo progetto acustico e non vi sto a raccontare tutta la lunga storia di come e perché nasce, sappiate solo che fa piangere, ma se vi va di ascoltare Where You Ought To Be, il suo nuovo album, secondo me la vita vi migliora un po’; anche i miei pupilli Night Riots -che sono anche i pupilli di Andrew McMahon- hanno pubblicato un nuovo full lenght, Love Gloom, e le ultime tre canzoni in particolare fanno volare.
Mi sono presa la libertà di fare anarchia e esagerare con la classifica degli album perché non avevo come gli altri anni EP che mi siano piaciuti così tanto da farne una classifica, l’unico per me degno di nota uscito quest’anno è quello di John The Ghost, ovvero il cantante dei The Maine che fa cose acustiche e un libro e penso di non dover dilungarmi in altre spiegazioni.
Una cosa divertente è che la canzone dell’anno è uscita ad agosto, ma non è in un album uscito quest’anno, bensì in uno che sarà probabilmente tra i migliori del 2017, la canzone in questione è Lookers dei Menzingers e il loro nuovo disco After The Party uscirà a febbraio. Quindi facciamo che la canzone dell’anno è Aquasun dei Basement.
di Denise Pedicillo
Un altro anno volge al termine e i gb disponibili nel mio ipod diminuiscono ulteriormente. Tirare le somme a fine anno mi spaventa sempre un po’ perché vuol dire lusingare alcune band che hanno tirato fuori dei capolavori e segarne altre che magari hanno tirato fuori un album “de cristo” che è piaciuto a tutti, tranne a me. Continua a leggere TOP 10: Penny’s albums of the year (2015)→
Quest’anno è stato difficile perché la maggior parte degli album che aspettavo di più non mi sono piaciuti, e quando dico la maggior parte intendo proprio tanti, della top 10 qua sotto quelli che pensavo ad inizio anno che sarebbero stati di sicuro in classifica sono solo i primi due. Ad esempio gli Our Last Night hanno fatto un disco brutto, i We Came As Romans uno talmente vergognoso che ho addirittura fatto una recensione per esprimere il mio disappunto, gli State Champs insipido, i Knuckle Puck noioso (li sto sentendo i vostri insulti, sappiatelo), gli All Time Low non commento nemmeno (anche perché l’ho già fatto qui), quello dei Four Year Strong non mi ha preso, quello dei Citizen gran delusione, e la smetto che mi sto dilungando, ma ce ne sarebbero tanti altri, quindi capite che è stato proprio un anno abbastanza di merda. Pensate che quando è uscito, non mi piaceva nemmeno il disco dei Neck Deep e ho passato intere settimane in crisi d’identità, ma poi alla fine è in classifica quindi ve lo racconto dopo come è andata. Il disco dei Light Years avrebbe potuto piacermi tantissimo, ma le mie colleghe mi hanno rotto talmente tanto le palle dicendomi di ascoltarlo che mi è passata la voglia e non l’ho ancora fatto. Un album che non mi aspettavo mi piacesse è quello dei The Story So Far, e visto che non è in classifica mi sembrava giusto dirlo. Grandi esclusi sono i Don Broco, ma solo per via di problemi tecnici. Anche quello di Tom Delonge mi è piaciuto, ma non voglio scatenare flame a riguardo. Adesso la smetto di lamentarmi e parlo delle cose belle!
10) “Get Lost, Find Yourself” by Chunk! No, Captain Chunk!
Mi spiace sia solo alla posizione 10 perché pensavo sarebbe stato molto più avanti, il corso degli eventi ha voluto così, ma ciò non toglie che sia una bomba.
9) “All We’ve Ever Known” by Light You Up
Questo è stato il primo album che mi ha fatto pensare “questo è uno dei dischi dell’anno”, loro sono della città più bella del mondo, ovvero Birmingham, e li teniamo d’occhio da parecchio e questo album è bellissimo.
8) “Life’s Not Out To Get You” by Neck Deep
Come ho anticipato prima, questo album mi ha messo in difficoltà. Mi aspettavo tantissimo, ma non sapevo nemmeno io esattamente cosa. Per tutti gli album in questa classica ho pensato al primo ascolto “questo è l’album dell’anno!”, per questo no. Quando è uscito non mi è piaciuto, ma proprio che non l’ho più voluto ascoltare per un sacco di tempo, fino a quando poi una notte di sessione d’esami in piena disperazione l’ho sentito e l’ho capito. Poi comunque l’ho ascoltato poco negli ultimi mesi, ma quelle poche volte che è capitato mi sono resa conto che mi piace sempre di più di quanto mi ricordi. Bravi.
6) “Da qui si vede tutto” by Cabrera
Non avrei mai pensato di mettere un album italiano in questa classifica, per di più un album italiano in italiano, visto che generalmente l’italiano non mi piace. Invece ci sono i Cabrera e se avete sentito questo album capirete facilmente il motivo.
5) “Summer Bones” by Hit The Lights
Ad essere onesta sono molto in difficoltà a dover dare un ordine a questi album, questo e i prossimi due sarebbero alla pari. Parlando degli Hit The Lights, io li amo, neon o no, insomma a me piaceva anche Invicta e questo la dice lunga. Questo disco è pazzesco, c’è tutto quello che si poteva chiedere, c’è anche una canzone con l’ex cantante Colin, non poteva andare meglio.
3) “Colour Blind” by Seaway
Ad un certo punto, dopo le delusioni citate all’inizio, ho smesso per mesi di ascoltare le nuove uscite perché davvero non ne potevo più. Il primo album che ho deciso di recuperare è stato questo ed è stato meraviglioso.
2) “Peripheral Vision” by Turnover
Se l’album dei Citizen è uscito una cagata, questo invece è un capolavoro. L’ho ascoltato e non ho capito più niente.
Scusate, ho barato. Tra questi due album non posso scegliere. I The Wonder Years hanno fatto un album che non trovo parole per descriverlo, roba proprio di un altro livello, mentre i The Maine sono la mia band preferita e hanno fatto il loro disco migliore di sempre.
Avevo in mente solo qualche EP uscito quest’anno, uno dei quali è degli Sleeptalk che non piacciono a nessuno e quindi non sono mai stati cagati in aim, allora ho cercato un po’ e ho capito che metà degli EP usciti è di roba pop punk inglese tutta uguale, che noia. Quindi, a differenza dell’anno scorso, nulla di pop punk tra gli EP, eccoli!
Le band italiane che quest’anno sono state brave sono tante, infatti avrei voluto fare una top 10, mi è stato detto di rispettare le regole e di sceglierne solo 5, ma anche se non ci siete probabilmente se siete stati bravi ve l’ho già detto
4) “In It To Win It” by The Anthem
In un oceano di EP loro tirano fuori un album ed è pure fatto bene, e forse è anche passato un po’ inosservato. Bravi amici, adesso fate qualche data in giro così beviamo come ai vecchi tempi.
3) “Turn On The Light” by 4th ‘N Goal
Quando su aimatrabolmeicher si parla di 4NG non si dice mai nulla che sia musicalmente rilevante. Per mantenere gli standard dico che mangiare le tortillas con il ragù è una figata.
2) “Lifesteps” by Nobody Will Care
È un EP di solo tre canzoni, ma tra queste c’è Humankind che secondo me è il pezzo in assoluto più bello di tutto l’anno e che ascolto un numero vergognoso di volte al giorno.
di Michela Rognoni
Il 2015 è stato l’anno in cui fin dal 19 Gennaio ho iniziato a dire “disco dell’anno” di almeno quattro album al mese.
Pensate quanto possa essere stato difficile quindi sceglierne solo 10. Infatti tipo quello che è uscito il 19 Gennaio che era tipo “Runners in the nerved world” dei The Sidekicks non è tra i primi dieci nonostante resti comunque un album dell’anno. Continua a leggere TOP 10: Chelli’s albums of the year (2015)→
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