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Attila e Veil of Maya in Italia, e altre cose che nessuno ti dice

Attila e Veil of Maya in Italia

Hellfire Booking annuncia l’arrivo in Italia della band metalcore Attila con il supporto dei Veil of Maya con due appuntamenti imperdibili.

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Attila: con soli 50$ al mese puoi avere il numero di Fronz

fronzillaTutti noi abbiamo sempre sognato di avere il numero di cellulare dei nostri idoli. Immaginate di avere il numero di Jesse Lacey e di telefonargli per sapere in esclusiva quando uscirà il nuovo disco dei Brand New (spoiler: mai). Ebbene… Chris Fronzak, in arte Fronz o Fronz1lla, imprenditore, showman, cantante degli Attila e Internet celebrity, ha deciso di realizzare il vostro sogno.

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“Guilty Pleasure” by ATTILA

Di Giorgio Molfese

Attila_-_Guilty_PLeasureSono senza internet ormai da tre mesi ma questa recensione non potevo assolutamente perdermela.
È una band con cui sono andato in fississima da qualche mese a questa parte e veramente sono presissimo!
Gli Attila, con il loro deathcore mezzo rapcore/partycore rock o quello che volete, bazzicano la scena da quasi dieci anni e dopo il successo ottenuto con il vecchio lavoroAbout That Life, emblema del cambio di genere della band di Atlanta, sono ora tornati conGuilty Pleasure via Artery Recordings.
Partiamo cattivissimi con “Pizza, Sex and Trolls” che è chiaramente un pezzo anti haters. Quando una band cambia genere va sempre così, come dice Fronz: “Holy shit, you guys should go back to your old sound. Your new shit fucking sucks. I liked you guys before you got big. Your band ruined fucking metalcore and your lyrics are fucking gay. I hate you so fucking much but I still pay attention to every word you say” .
Ovviamente la scia dell’odio continua con “Hate Me”, seconda canzone sputata fuori da questi dolcissimi ragazzi. È tutto così potente e cattivo, i riffs sono pesanti e ben articolati e quando partono i breakdowns comincio a sbattere la testa sulla scrivania. Come la precedente, anche questa traccia contiene un assolo di qualche secondo che insomma, si, ok, ci sta.
Adoro i suoni di questo disco.
Dopo “Rebel”, che non è esattamente una canzone d’amore, arriviamo alla title trackGuilty Pleasure” che contiene il primo vero pezzo rap dell’album. Una bomba! Cose dell’altro mondo…
“I’ve Got Your Back” ci accompagna per quattro minuti e ci porta a Proving Grounds”, primo singolo estratto dal disco. Oh, ha un intro potentissimo. È probabilmente il mio pezzo preferito del disco insieme alla opening e non riesco tuttora a capire come diavolo sia possibile essere così party e proporre un genere così pesante. Breakdowns, growls e riffs paurosi conditi da qualche assolino un po’ rock vecchia scuola e un po’ di rapcore ed ecco fatto.
Mini pausa con I Am Satan” e si riprende con l’ottima Break My Addiction” e soprattutto con “Horsepig” che ha un synth cupo e mega bello durante il chorus e nell’intro con breakdown. Anche qui abbiamo delle lyrics tenere e dolci tipo “The world can suck my dick” e cose simili.
Dirty Dirty” è l’ennesimo pezzo su alcool, droga e sesso mentre “Fake Friends” (spettacolare) parla in sostanza di questo: “Mark my words, I’ll never bow down and be your friend you worthless bitch.
You’re just another spineless piece of shit. Fake friends is all you’ll find when you treat everyone like shit and leave your morals behind” . Ed è un altro dei miei pezzi preferiti del disco.
L’unica pecca forse è che le canzoni sono tutte molto simili tra loro.
Don’t Be Basic” è un’altra pausa di venti secondi che ci introduce The Cure”, closure track un sacco rap che chiude degnamente un album da paura.

Vi dirò, inizialmente gli Attila non mi prendevano granché, poi c’è stato questo cambio di genere ed è finita insomma. Sono quasi dipendente.
Tra l’altro permettetemela dai, dove passano loro, cioè, di erba se ne trova anche troppa!

Voto: 4.5/5