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2015 ~ Anche stavolta mi hanno lasciato la libertà di dire cose che non interesseranno a nessuno

Di Sara Cavazzini

2KZOLe12fuyuGFx-517YoHz6DRlRRLW5mQCTGfMeMhACiao amicy! Innanzitutto si, ho riciclato il titolo dell’anno scorso, questo anno mi ha regalato troppe poche gioie e non se ne merita uno bello. Che poi in realtà di gioie me ne ha regalate, ma per lo più non quelle che avrei voluto. Mentre scrivo questa cosa è appena scattato il 30 dicembre e io ho appena finito di guardare la prima stagione di Billy & Billie, nuova serie che ha come protagonista Adam Brody, il mio vero ed unico amore; ho iniziato a guardarla ieri (stavo per scrivere oggi, ma è passata la mezzanotte quindi ormai è ieri) pomeriggio verso le tre e per le undici l’avevo già finita, contando che nel frattempo sono anche andata a fare la spesa, ho cenato e ho fatto un paio di pause direi che la situazione mi è sfuggita di mano, quindi consiglio: guardate le serie con calma per non rimanere in crisi con un profondo senso interiore di vuoto, che è come mi sento io ora. Quindi avvertimento: questo post è scritto da una persona momentaneamente mentalmente instabile.

Le references sul compiere/avere 22 anni sono meno che per i 21, ma è solo una quella importante.oT1VV1eEge5D2vqZTffo92gvcZj2p_fLj2uYIIsEfhI

Tornando ad Adam Brody, possiamo parlare di una delle gioie che questo 2015 ci ha negato: i Death Cab For Cutie, che avrebbero dovuto suonare qua e poi invece no, impedendomi di trovare il mio Seth Cohen. Anche un’altra data importante è stata cancellata quest’anno (che conto ora anche se sarebbe stata una data nel prossimo anno) ovvero quella dei Transit, che per chi ancora non lo sapesse sono la mia live band preferita. E ad aprire ci sarebbe dovuto essere Shane Henderson, che per chi non lo sapesse era il cantante dei Valencia, non credo di dover dare ulteriori spiegazioni. Poi da questo è facile dedurre che anche quest’anno i Valencia non si sono riuniti, altra gioia negata.
DIOCAAdesso smetto un attimo di lamentarmi, cosa che sono bravissima a fare come si può notare, e parlo di qualcosa di bello. I The Maine.

I The Maine sono anche conosciuti come la maggiore causa della mia costante povertà, anche perché ormai da anni fanno uscire qualcosa ogni sei mesi e sono sempre cose belle per cui meritano i miei soldi. Quest’anno hanno pubblicato l’album migliore della loro carriera (e non ripercorrerò i miei crolli emotivi di cui abbiamo già in più occasioni parlato) e anche un EP di cover, tra cui c’è una delle canzoni che ritengo più abominevoli nella storia della musica, che è You Get What You Give dei New Radicals, e una delle canzoni che mi ha fatto più star male nella mia vita, As Long As You Love Me dei Backstreet Boys. I Backstreet Boy hanno twittato ai The Maine che la cover è bella, io sono finita ad abbracciare il computer piangendo, questa l’ho raccontata perché è recente e ancora non la sapevate. Un’altra cosa che forse in pochi sanno è che il giorno prima dell’uscita dell’album i The Maine hanno fatto uno streaming di 24h, delle quali ne ho guardate circa 14, per poi addormentarmi nel momento in cui stavano per iniziare a suonare, ma va bene così, mi è bastato quel che ho visto, ovvero ore e ore di loro che non fanno nulla. Ho ordinato i nuovi beanie, che per un certo periodo erano scomparsi dal loro store, a inizio mese, domani (che poi quando questo sarà pubblicato sarà oggi) è il mio compleanno e non sono ancora arrivati, altra gioia negata. Sempre per il capitolo gioie negate, quest’anno non li ho nemmeno visti live, per il 2016 non voglio parlare perché ho un po’ paura di quello che potrebbe succedere.

Non parlerò degli album belli e brutti di quest’anno perché ho fatto la Top 10 apposta e poi questo post diventerebbe troppo lungo, però a quello che ho già detto devo aggiungere che dopo aver sentito l’album dei The Wonder Years mi sentivo in colpa di vivere e ho sentito il bisogno di andare in terapia (che poi non ci sono andata perché con aimatrabolmeicher mica si guadagna e non me la posso permettere).

Nel 2015 c’è stata la prima edizione degli aimatrabolmeicher awards, che direi che è andata discretamente bene dai. Quando devo scrivere il nostro nome non so mai se scrivere aimatrabolmeicher o Aim A Trabolmeicher, non è un problema vero, insomma 1) non vi interessa 2) non cambia niente, ma la prima mi piace di più quindi io userò quella.

I The Academy Is… si sono riuniti (bene), ma solo per show negli Stati Uniti (non bene). Ad uno degli ultimi show ad un certo punto è saltato sul palco Gabe Saporta e i nostri Gabilliam feels sono esplosi. Gabe Saporta, unica divinità riconosciuta nel mondo di aim, quest’anno però non è stato bravo, infatti i Cobra Starship si sono sciolti. Noi rivogliamo l’era del neon, Gabe non dovevi farci questo!SPFQeXajFU1ordmeu_GidSK6iNXufB03ltk3nyEP-0k

Passiamo ora a cose più divertenti: i blink-182. Tom Delonge ha lasciato i blink o i rimanenti blink hanno lasciato Tom Delonge; i rimanenti blink hanno preso Matt Skiba o Matt Skiba ha preso i rimanenti blink; Matt Skiba è il nuovo cantante preferito di tutti; i rimanenti blink sembra che stiano facendo un album con Skiba. Non trovate tutto esilarante? In ogni caso, io amo ancora Tom Delonge.

A inizio anno, dopo aver fatto una cinquantina di concerti nel 2014, mi sono detta “quest’anno mi calmo che mi devo laureare”, infatti in questo 2015 di concerti ne ho fatti più di 70 e una laurea non ce l’ho. La band che ho visto più volte dovrebbero essere i The Last Confidence, anche perché loro sono sempre da tutte le parti, speriamo che sopravvivano al peso delle multe.

Non posso scegliere solo un concerto migliore dell’anno, quindi ne dirò ben quattro (che sono quelli che ricordo meglio e quindi dovrebbe voler dire che sono quelli che mi sono piaciuti di più). Andando in ordine casuale il primo è quello dei Menzingers ad agosto a Bologna, lo so che era lo stesso giorno dei The Story So Far e quindi in molti se lo saranno perso per quello, o magari perché non conoscete nemmeno i Menzingers (MALE), ma è stato bello a livello “io che canto in piedi su un divanetto” e di solito io sono molto composta; il secondo è il concerto in cui i Cartel hanno suonato tutto Chroma, e in questa frase c’è già tutto quello che si poteva dire; il terzo, o meglio, i terzi sono gli show alla Tenda dei Trophy Eyes perché sono stati entrambi meravigliosi; l’ultimo risale a febbraio ed era l’ultimo show dell’Intercontinental Championship Tour, un nome di merda per una line up pazzesca ovvero Neck Deep headliner (che se li avete visti solo nella sfortunata data italiana con gli All Time Low non potete immaginare cosa siano davvero sul palco), Knuckle Puck (che prima di quello show facevo addirittura fatica ad ascoltare, e invece mi hanno fatta impazzire e quest’anno alla fine li ho visti 4 volte), Seaway e, di nuovo, Trophy Eyes.

Parlando di Trophy Eyes, erano la fissa dello scorso anno e le cose non sono cambiate, anzi direi che la situazione è precipitata, li ho visti 4 volte e nelle classifiche di fine anno di Spotify sono al primo posto in tutto.

Per quanto riguarda le trasferte per andare a vedere i concerti in giro per il mondo, quest’anno siamo riuscite in generale a mantenere più la calma dell’anno scorso, cioè nessuno ha preso ed è andato negli Stati Uniti a caso, quindi facciamo passi avanti. Non mi ricordo bene cosa abbiano fatto le mie amichette, ma io ad esempio, oltre a come ho già detto la data dei Neck Deep di febbraio, mi sono spostata solo altre due volte. La prima è stata per andare allo Slam Dunk e allo show dei Cartel con la Chelli e allo Slam Dunk sono successe le seguenti cose importanti: ho rischiato la vita durante i Finch ed esiste anche un video che lo dimostra, ho rivisto i Transit e un tipetto piangeva di fianco a me, mi sono spaccata un ginocchio dopo aver crowdsurfato durante i Fireworks, ho visto gli You Me At Six fare il set speciale per Take Off Your Colours, cose che ho già ripetuto tante volte ma che è giusto ricordare.

tumblr_mhr77mGSuE1rnhbrpo1_500Ultimo viaggio è stata la doppietta Anversa-Parigi per il tour State Champs/Knuckle Puck/Roam, caratterizzato da una serie infinita di sfighe e non vi annoierò raccontandovele, ma la vita si è davvero presa pesantemente gioco di me. Okay, parlando così sembra che me la stia menando  esageratamente perché vado a vedere concerti all’estero, ma la vera cosa che voglio dire è che non è impossibile farlo e se volete può costare davvero poco ed è bellissimo (basta che non andiate allo Slam Dunk che quello è proprietà privata di aim e vogliamo esserci solo noi). Anche perché poi può capitare che siete dei malati di Inception, andate a Parigi, vi trovare a Pont De Bir-Hakeim (o meglio, rompete le palle lì per due giorni e per mesi prima della partenza per andarci) e perdete la testa. Avremmo dovuto pensare ad aprire un agenzia viaggi per concerti, avremmo fatto i soldi.

Mi avvio alla chiusura con un paio di cose molto importanti: Pierre Bouvier è sempre figo anche se inizia ad avere i capelli bianchi e fa canzoni di merda; Mike Herrera è sempre figo.

All’inizio mi sono dimenticata di dire una cosa importante, Adam Brody è diventato padre quest’anno e ci sono delle foto che lo provano e queste cose mi hanno provocato disagio. Per concludere dico una cosa che non ho detto prima perché avrebbe fatto chiudere a tantissime persone la pagina: l’album di Justin Bieber è spettacolare!

Buon proposito per l’anno nuovo: riuscire a fare l’Aim Fest (con headliner i Natives).
per info contattateci al numero 666, no vbb scriveteci in mail.

TOP 10: Best Albums of 2015

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Voi comuni mortali non potete nemmeno immaginare quanto latte e Nesquik è stato versato, quanti pezzi di panini sono finiti sul pavimento, quante parole poco carine tipo “attanagliare” sono volate al solo scopo di stilare una classifica che mettesse d’accordo tutti i membri della nostra sregolatissima redazione.  Continua a leggere TOP 10: Best Albums of 2015

TOP 10: Penny’s albums of the year (2015)

di Denise Pedicillo
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Un altro anno volge al termine e i gb disponibili nel mio ipod diminuiscono ulteriormente. Tirare le somme a fine anno mi spaventa sempre un po’ perché vuol dire lusingare alcune band che hanno tirato fuori dei capolavori e segarne altre che magari hanno tirato fuori un album “de cristo” che è piaciuto a tutti, tranne a me. Continua a leggere TOP 10: Penny’s albums of the year (2015)

TOP 10: Sara’s albums of the year (2015)

Di Sara Cavazzini
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Quest’anno è stato difficile perché la maggior parte degli album che aspettavo di più non mi sono piaciuti, e quando dico la maggior parte intendo proprio tanti, della top 10 qua sotto quelli che pensavo ad inizio anno che sarebbero stati di sicuro in classifica sono solo i primi due. Ad esempio gli Our Last Night hanno fatto un disco brutto, i We Came As Romans uno talmente vergognoso che ho addirittura fatto una recensione per esprimere il mio disappunto, gli State Champs insipido, i Knuckle Puck noioso (li sto sentendo i vostri insulti, sappiatelo), gli All Time Low non commento nemmeno (anche perché l’ho già fatto qui), quello dei Four Year Strong non mi ha preso, quello dei Citizen gran delusione, e la smetto che mi sto dilungando, ma ce ne sarebbero tanti altri, quindi capite che è stato proprio un anno abbastanza di merda. Pensate che quando è uscito, non mi piaceva nemmeno il disco dei Neck Deep e ho passato intere settimane in crisi d’identità, ma poi alla fine è in classifica quindi ve lo racconto dopo come è andata. Il disco dei Light Years avrebbe potuto piacermi tantissimo, ma le mie colleghe mi hanno rotto talmente tanto le palle dicendomi di ascoltarlo che mi è passata la voglia e non l’ho ancora fatto. Un album che non mi aspettavo mi piacesse è quello dei The Story So Far, e visto che non è in classifica mi sembrava giusto dirlo. Grandi esclusi sono i Don Broco, ma solo per via di problemi tecnici. Anche quello di Tom Delonge mi è piaciuto, ma non voglio scatenare flame a riguardo. Adesso la smetto di lamentarmi e parlo delle cose belle!

10) “Get Lost, Find Yourself” by Chunk! No, Captain Chunk!
Mi spiace sia solo alla posizione 10 perché pensavo sarebbe stato molto più avanti, il corso degli eventi ha voluto così, ma ciò non toglie che sia una bomba.

9) “All We’ve Ever Known” by Light You Up
Questo è stato il primo album che mi ha fatto pensare “questo è uno dei dischi dell’anno”, loro sono della città più bella del mondo, ovvero Birmingham, e li teniamo d’occhio da parecchio e questo album è bellissimo.

8) “Life’s Not Out To Get You” by Neck Deep
Come ho anticipato prima, questo album mi ha messo in difficoltà. Mi aspettavo tantissimo, ma non sapevo nemmeno io esattamente cosa. Per tutti gli album in questa classica ho pensato al primo ascolto “questo è l’album dell’anno!”, per questo no. Quando è uscito non mi è piaciuto, ma proprio che non l’ho più voluto ascoltare per un sacco di tempo, fino a quando poi una notte di sessione d’esami in piena disperazione l’ho sentito e l’ho capito. Poi comunque l’ho ascoltato poco negli ultimi mesi, ma quelle poche volte che è capitato mi sono resa conto che mi piace sempre di più di quanto mi ricordi. Bravi.

7) “Back On Top” by The Front Bottoms
Bravi. Sempre.

6) “Da qui si vede tutto” by Cabrera
Non avrei mai pensato di mettere un album italiano in questa classifica, per di più un album italiano in italiano, visto che generalmente l’italiano non mi piace. Invece ci sono i Cabrera e se avete sentito questo album capirete facilmente il motivo.

5) “Summer Bones” by Hit The Lights
Ad essere onesta sono molto in difficoltà a dover dare un ordine a questi album, questo e i prossimi due sarebbero alla pari. Parlando degli Hit The Lights, io li amo, neon o no, insomma a me piaceva anche Invicta e questo la dice lunga. Questo disco è pazzesco, c’è tutto quello che si poteva chiedere, c’è anche una canzone con l’ex cantante Colin, non poteva andare meglio.

4) “Old Bones” by Broadside
Loro sono la rivelazione dell’anno, ascoltateli tutti!

3) “Colour Blind” by Seaway
Ad un certo punto, dopo le delusioni citate all’inizio, ho smesso per mesi di ascoltare le nuove uscite perché davvero non ne potevo più. Il primo album che ho deciso di recuperare è stato questo ed è stato meraviglioso.

2) “Peripheral Vision” by Turnover
Se l’album dei Citizen è uscito una cagata, questo invece è un capolavoro. L’ho ascoltato e non ho capito più niente.

1) “No Closer To Heaven” by The Wonder Years & “American Candy” by The Maine

Scusate, ho barato. Tra questi due album non posso scegliere. I The Wonder Years hanno fatto un album che non trovo parole per descriverlo, roba proprio di un altro livello, mentre i The Maine sono la mia band preferita e hanno fatto il loro disco migliore di sempre.

Avevo in mente solo qualche EP uscito quest’anno, uno dei quali è degli Sleeptalk che non piacciono a nessuno e quindi non sono mai stati cagati in aim, allora ho cercato un po’ e ho capito che metà degli EP usciti è di roba pop punk inglese tutta uguale, che noia. Quindi, a differenza dell’anno scorso, nulla di pop punk tra gli EP, eccoli!

5) “The Same Condition” by Sundressed
La Chelli mi ha detto di ascoltarli, io li ho ascoltati e son stata bene.

4) “MOBO Presents: The Perfect Cast EP featuring Modern Baseball” by Modern Baseball
Hanno mai deluso? No.

3) “Dogged” by You Me And Everyone We Know
Ben è rimasto solo e non fa gli album bellissimissimi come una volta, ma questo EP è comunque oro.

2) “Adolescence” by Gnarwolves
Non vi sto neanche a spiegare dai.

1) Have Mercy/Somos split
Emo sempre.

Le band italiane che quest’anno sono state brave sono tante, infatti avrei voluto fare una top 10, mi è stato detto di rispettare le regole e di sceglierne solo 5, ma anche se non ci siete probabilmente se siete stati bravi ve l’ho già detto

5) Saudade
Sad punx e va bene così, molto bello.

4) “In It To Win It” by The Anthem
In un oceano di EP loro tirano fuori un album ed è pure fatto bene, e forse è anche passato un po’ inosservato. Bravi amici, adesso fate qualche data in giro così beviamo come ai vecchi tempi.

3) “Turn On The Light” by 4th ‘N Goal
Quando su aimatrabolmeicher si parla di 4NG non si dice mai nulla che sia musicalmente rilevante. Per mantenere gli standard dico che mangiare le tortillas con il ragù è una figata.

2) “Lifesteps” by Nobody Will Care
È un EP di solo tre canzoni, ma tra queste c’è Humankind che secondo me è il pezzo in assoluto più bello di tutto l’anno e che ascolto un numero vergognoso di volte al giorno.

1) “Howler” by Edward In Venice
Sempre al top.

TOP 10: Chiara’s albums of the year

di Chiara Cislaghi
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Anche questo 2015 sta volgendo al termine e non posso sottrarmi dalla classifica di fine anno. Sarò abbastanza breve e concisa, quindi, eccovi la mia top 10 degli album, la mia top 5 degli ep e la mia top 5 degli artisti italiani. Vi do uno sneak peek su quale sarà il mio album preferito del 2016: i The Summer Set, no matter what. Adios amigos e buon anno! Continua a leggere TOP 10: Chiara’s albums of the year

TOP 10: Chelli’s albums of the year (2015)

di Michela Rognoni
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Il 2015 è stato l’anno in cui fin dal 19 Gennaio ho iniziato a dire “disco dell’anno” di almeno quattro album al mese.
Pensate quanto possa essere stato difficile quindi sceglierne solo 10. Infatti tipo quello che è uscito il 19 Gennaio che era tipo “Runners in the nerved world” dei The Sidekicks non è tra i primi dieci nonostante resti comunque un album dell’anno. Continua a leggere TOP 10: Chelli’s albums of the year (2015)