#43 Lizzo non vuole che io scriva le recensioni

“Le persone che “vendono i vestiti” e non si confezionano i vestiti da soli dovrebbero essere disoccupate.”

Scommetto che ci avete messo meno di 5 secondi a capire che questa frase è un’idiozia.
Se recensisci musica però la vita è una giungla e te ne sei sentite dire di ogni. Dai tempi di Frank Zappa che sosteneva che i giornalisti rock non sappiano scrivere a questa astro nascente del pop (che ha ricevuto solo commenti positivi tra l’altro) che peggiora la situazione minacciando la tua posizione lavorativa già precaria nell’era dell’internet.

Mi sento chiamata in causa da questa affermazione? Certo che sì. Anche se scrivo su una webzine e nessuno mi paga per farlo. Anzi, soprattutto per questo. Io scrivo di musica perché amo la musica e non posso fare a meno di scrivere su un foglio elettronico i viaggi mentali che mi faccio e le emozioni che mi pervadono quando ascolto un disco. E immaginate quanto ci sono rimasta male quando ho visto questa assurdità retwittata da un artista dietro il cui album ho passato 3 interi giorni. Nel senso che l’ho ascoltato ininterrottamente una cinquantina di volte, ho cercato di metabolizzarlo e di trasformare il punto di vista dell’artista nel mio punto di vista.

Ho ricontestualizzato storie ambientate in America in modo che si potessero adattare al mio personale qui e ora. Ed è finita che il mio giudizio personale (già, perché le recensioni si basano su gusti e competenze di un singolo e non di una collettività) prende molto poco in considerazione la parte meramente tecnica del disco. Che sarà pure quella per cui servono le competenze musicali, ma è anche quella più superficiale.

In un mondo dominato dalle competenze tecniche ci faremmo tutti le seghe sui gruppi prog. E invece dopo decenni siamo qui a osannare punk e derivati. E ammettiamolo, molti tra i musicisti punk non suonano molto meglio rispetto a me quando prendo l’ukulele e faccio le cover di Shifty in chiave sbagliata.

Ho mal interpretato? Lizzo non parlava di tecnica ma di scrittura? Non credo, ma in questo caso dubito che esista una singola persona al mondo che non abbia musicato i propri pensieri preso dalla noia della quotidianità pensando di aver scritto un potenziale tormentone estivo.

Siete mai andati all’oratorio estivo? O in un gruppo giovanile non religioso qualsiasi. Ci sono delle canzoncine tipo “piccolo pipistrello mio” o “io che sono un tortellino”. Lizzo mi sta forse dicendo che l’autore di queste perle ha più diritto di me di scrivere recensioni?

Scema io che pensavo che studi ed esperienze nella scrittura creativa e un’ampia conoscenza del mio panorama musicale di riferimento, unite a uno spiccato senso critico e alla voglia di raccontare a degli sconosciuti come mi sento quando ascolto questi pezzi, sarebbero bastati per godere dell’opportunità di divulgare le mie opinioni sotto forma di recensioni.

Per la cronaca: in gioventù suonavo il basso ma non mi piaceva più di tanto farlo; ma provavo un amore viscerale per la musica che mi portava a scrivere dove capitava tutto quello che pensavo riguardo a un disco per poi frantumare i maroni a tutti cercando di convincerli ad ascoltarlo (la classe 1990 del mio paese conosce inspiegabilmente tutti i testi di Does This Look Infected? a memoria).

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