Ho sfidato la sorte andando a un concerto dei Good Charlotte

Non pensavo di vivere abbastanza a lungo da poter scrivere un resoconto del concerto milanese dei Gemelli della Sfiga, conosciuti ai più come Good Charlotte.

Lo so, è da scemi parlare di un concerto con una settimana di ritardo, quando l’hype ormai si è spento ma l’analisi delle conseguenze richiede del tempo. È ancora presto per dire che sono in salvo? Probabilmente sì. Nel frattempo però posso sbilanciarmi e parlarvi del concerto.

Alcatraz di Milano, palco grande e neve ai lati delle strade, esattamente come la prima volta – il 3 marzo 2005. Non mi ricordo chi fossero ai tempi le band di apertura, questa volta invece le conosco bene.

I Boston Manor – coloro che mi hanno convinta a sfidare la sorte andando a questo concerto – portano sul palco una selezione fatta per lo più di brani tratti dal loro ultimo lavoro, Welcome to the Neighbourhood. Il problema è i concerti dei Boston Manor te li godi quando puoi fare casino e sentire l’energia del pubblico, mentre qui, in un locale così grande e con un pubblico vario diciamo che è stato un po’ come lanciare una miccetta in un falò.

A seguire gli Sleeping With Sirens, band che non amo particolarmente ma che si è sempre comportata bene live ogni volta che mi è capitato di vederli all’opera. E questa volta non fa eccezione.

Ma arriviamo al dunque, al momento in cui calano le luci e i gemelli della sfiga salgono sul palco tra le note della title track dell’ultimo album, “Generation Rx”. Io, povera ingenua, mi aspettavo un concerto basato su queste canzoni nuove a me estranee ma neanche 5 minuti dopo parte “The Anthem” che è stato un po’ il the anthem dei miei 14 anni quindi cosa faccio non mi sciolgo?

Poi la situazione precipita perché questi criminali decidono di fare, non solo The Story Of My Old Man e The Young And The Hopeless ma addirittura Shadowboxer e Little Things CENTODICIOTTO!

Con la situazione ormai degenerata in un “Ciao mamma guardami ho 12 anni” scopro di ricordarmi ancora tutte le parole di roba come Predictable e Hold On che non sentivo probabilmente dal concerto del 2005, ma anche di conoscere The River e Keep Your Hands Off My Girl (avrò mentito a me stessa per tutto questo tempo dicendo di averli seguiti solo fino alle Chronicles? Avrò sentito un botto la radio negli anni di Goodmoring Revival e Cardiology? Non ci è dato saperlo).

Fatto sta che, con il tasso di criminalità già altissimo, i gemelli chiudono con Lifestyle of the Rich and the Famous. Per tutta la strada verso casa ho temuto di schiantarmi e perdere la vita invece sono arrivata a casa e mi sono svegliata il mattino dopo e così via fino a oggi.

Ma comunque non mi sento al sicuro.

Photos: @youreinruins

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