“Sapevo che era estate, ma non pensavo fosse la settimana più calda dell’anno”. Ed è così, a causa di questa piccola inesperienza del clima italico, che prende vita: Mest + Slimboy + guests live @ il cratere di un vulcano.
Fun fact: i + guests non li ho visti suonare perché, oltre a essere uscita tardi di casa perché essere adulti è una merda, ho pure beccato una nave arenata in rotonda.
A Milano. Una cazzo di nave.
Entro nel locale mentre sul palco stanno suonando gli O.F.F. ma non posso seguire l’esibizione perché troppo impegnata a capire se sono morta e questo è l’inferno.
Esco dal locale e, aggredita da una sola zanzara capisco di essere viva, perché Dante ci ben spiega che anche prima dell’inferno gli insetti sono sempre dei pezzi di merda.
Rientro quando sento la prima nota dei poveri Slimboy già sul palco davanti a 3 x-men in grado di sopravvivere negli altiforni, e cazzo, non ho mai desiderato cosí tanto avere un elastico per capelli.
Nonostante il caldo e il pubblico scarno, gli svizzeri sono carichi, alternano in modo sensato i brani tiratissimi a quelli più atmosferici. C’è anche spazio per qualche battuta sul costo della vita in svizzera e sulle salsicce. E poi il tutto culmina in Sorrow che è la canzone più bella di sempre. L’esibizione si conclude senza grosse sorprese con I Felt Hope.
Sauna finlandese fammi una pippa, quando Tony Lovato sale sul palco i kids si scatenano come se nel locale ci fosse l’aria condizionata. Si parte con Opinions ma subito dopo è un susseguirsi di pezzoni storici che ci fanno subito tornare ai tempi in cui avevamo 15 anni e ci sentivamo rappresentati alla perfezione da pezzi come Jaded, Fucked up Kid e Rooftops.
Si chiude ovviamente con Cadillac, un po’ mashuppata con Time Bomb dei Rancid, sempre bella come la prima volta.
Poi si torna a casa il più velocemente possibile a reintegrare i liquidi.