di Alessandro Mainini
C’è un fremito post-hardcore che sta percorrendo la scena underground italiana. Dai ritmi scatenati dei Futbolín alle tinte emo dei Radura fino al pathos dei Marcovaldo, passando per band di respiro internazionale come Storm{O} e Øjne, gli anni recenti hanno visto una vera rifioritura di questo genere più volte dato per morto e sempre capace di ripresentarsi con nuova linfa vitale.
I Wasa sono di Milano, e della scena accacì italica sono rapidamente arrivati a essere considerati una delle nuove band più interessanti. Dopo l’EP Come vorrei che tutto ciò facesse per me (2017), sono pronti a compiere il passo della maturazione con il loro nuovo disco Die!!! 展望 (TENBŌ), in uscita il 1° giugno su Non ti seguo Records.
Le sei tracce di Die!!! 展望 (TENBŌ) sono brevi e intense, come vuole la tradizione hardcore, ma lasciano spazio anche a momenti di riflessione, spunti di malinconia e attimi di distensione spirituale. I testi intimisti e personali raccontano il distacco e l’allontanamento con poche ma decise pennellate, ognuna come un coltello che trafigge le costole, per parafrasare un passaggio del brano Freddo.
Prodotto da Lorenzo Marcheschi (Ocelot, Sundae) e mixato/masterizzato da Mario Rizzotto (Radura, Flowers & Shelters), il disco è disponibile in anteprima esclusiva qui sotto, assieme a un’intervista di approfondimento sul disco con Pietro, chitarrista della band!
Per cominciare, cosa significa Die!!! 展望 e come lo avete scelto come titolo del disco?
Avevamo dei forti dubbi su che nome dare all’album, ma allo stesso tempo volevamo qualcosa che foneticamente fosse d’impatto. Questa assonanza fonetica l’abbiamo trovata nel termine 展望 (TENBŌ), traducibile come “prospettiva”, perfetto per rappresentare elementi tematici all’interno dell’album. Abbiamo deciso così di creare un potpourri fonetico tra il termine giapponese e il termine inglese “die”, dando la doppia lettura al titolo dell’album: quella fonetica che si può leggere come “dai tempo”, e quella tradotta come “muori, prospettiva!”
Mi piace molto l’idea della copertina del disco, disponibile in 50 varianti diverse, ognuna con una differente Polaroid inclusa. Credo dia un tocco di unicità e personalizzazione che rende più speciale possedere una copia fisica del disco. C’è una linea comune o un percorso tematico che lega le varie foto?
Volevamo creare un prodotto fisico che fosse il più unico possibile, rimanendo però ancorati al nostro essere musicisti appassionati di musica, in primis quella prodotta da altri. Quindi abbiamo voluto creare un percorso di tutti quei progetti musicali che ascoltavamo, insieme e da soli, nella scrittura di Die!! 展望 (TENBŌ), reinterpretandoli al meglio con l’aiuto di una vecchia Polaroid trovata in casa durante un trasloco, che purtroppo si è sacrificata per la causa.
Secondo voi quali sono il posto e il momento ideale per ascoltare questo disco?
Siamo tutti dei camminatori incalliti, e credo che questo in modo di essere un po’ si adatti bene all’ascolto della nostra musica, senza avere paura di muovere le mani e saltellare nel momento giusto.
Il disco è stato mixato e masterizzato da Mario Rizzotto dei Radura, che fanno un genere simile a quello che fate voi. Come avete compiuto questa scelta e quanto credete che sia (o non sia!) importante avere persone che conoscono bene il vostro genere nel team di produzione?
La scelta di Mario è stata immediata dopo il lavoro incredibile che ha fatto con La fine degli uomini faro, il secondo album dei Radura, che considero senza dubbio uno dei migliori dischi usciti nel 2017. Dopo aver lavorato con Lorenzo Marcheschi per il nostro primo EP Come vorrei che tutto ciò facesse per me, che aveva sonorità molto più grezze, avevamo bisogno di qualcuno che fosse abituato a lavorare con il genere, e Mario era perfetto.
I testi del disco sembrano molto personali, con temi portanti quali il distacco da una persona e la nostalgia. Qual è il messaggio principale che avete voluto comunicare con il disco?
Il messaggio principale di Die!!! 展望 (TENBŌ) è senza dubbio il macerare nel proprio brodo e ritornarci senza fare niente per migliorarlo. Nasce tutto da questa sensazione, come stare per ore nella vasca senza volerne più uscire anche se sarebbe meglio cambiare almeno l’acqua, anche se tutto intorno a te sta cambiando e le tue prospettive e preconcetti, per tornare al titolo, “muoiono”, crollano e si trasformano.
Musicalmente parlando invece quali sono state le principali ispirazioni per le canzoni del disco?
Senza dubbio la scena post-hardcore californiana, che ha dato i natali a band come Touché Amoré e Loma Prieta, è stata alla base delle nostre ispirazioni sin dalla formazione della band, tuttavia abbiamo deciso di avvicinarsi a atmosfere più dreamy e dilatate sottolineando la passione sfrenata che abbiamo per i Mogwai.
Cosa pensate della situazione attuale della scena post-hardcore italiana? Che momento sta vivendo secondo voi e quali credete che siano le prospettive future?
Credo che ci sia molto fermento nella scena post-hardcore italiana. Sta venendo fuori una generazione molto interessante, a partire dei Majno, nostri compagni di etichetta che ci seguono spesso mentre suoniamo, che sono effettivamente una bomba; oppure i La siepe che sono così ganzi da averci lasciato senza parole. Stesso discorso per i Radura che penso di aver visto dal vivo più del mio coinquilino quest’anno. È un genere con grandissime potenzialità e con un futuro a mio parere roseo.
Per concludere, quali sono le prospettive che si aprono per i Wasa? Che obiettivi avete con questo disco?
L’obiettivo adesso dei Wasa è suonare il più possibile, cercando di portare la nostra musica il più in giro possibile. Il 1° giugno abbiamo il release party dell’album all’Arci Bellezza a Milano, e stiamo organizzando delle belle sorprese per quest’autunno.
I Wasa presenteranno il loro nuovo disco il 1° giugno all’ARCI Bellezza di Milano assieme a Majno e La siepe. Tutti i dettagli dello show sull’evento Facebook ufficiale.