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REVIEW: “Everything Dies” by Nervus

Di Elisa Susini

Con un sound fresco che apparentemente rimanda ai Creeper e agli ultimi lavori degli Alkaline Trio (diciamolo poi che la voce di Em Foster ci ricorda tanto Matt Skiba), e che tocca temi che vanno dalla disforia di genere alla dipendenza, Everything Dies, il secondo disco degli inglesi Nervus, uscito il 9 marzo tramite Big Scary Monster Records, è un lavoro incredibilmente potente e di grande impatto.
“I am safe in my own skin, but my armour is paper thin” è una frase semplice ma emotiva, presa da “Skin” che riassume bene il contenuto dell’album: testi dark e introversi con melodie forti e speranzose.

“Congratulations” è un altro brano importante dell’album, che rende ancora più interessante la band, perché parla del condizionamento sociale e della pressione per conformarsi che tutti abbiamo attraversato o stiamo ancora attraversando in qualche modo. Le mie canzoni preferite dopo due ascolti sono state subito “The Way Back”, “It Follows”, che è accompagnata da un video mozzafiato “Sick Sick World”, “Hold Tight”, catchy e in stile Menzingers, e “Fall Apart” che fa una riflessione intelligente su come la razza umana stia distruggendo il pianeta.

Questa band di Watford merita davvero tanto. È anche difficile, riuscire trovare nuove band con idee fresche e moderne che affrontano tematiche un po’ più serie del solito al momento, quindi Everything Dies è un ascolto consigliatissimo da parte mia.

Voto: 8/10

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