di Alessandro Mainini
**WARNING**
Prima di scriverci adirati, date un’occhiata a cosa sono le “recensioni al buio”!
Quanti sono i motivi per uscire? “Beh, tanti”, direte voi. Una giornata soleggiata, una serata con gli amici, qualcuno che rompe le scatole in casa, andare a comprare il giornale, o le sigarette, o la droga, andare all’Esselunga a prendere le focaccine, andare a difendere il pop punk… i Gecofish i loro Motivi Per Uscire ce li raccontano nell’omonimo nuovo EP (o almeno così credo, perché come ormai sapete questa è una recensione “al buio”!).
L’EP è presentato come un lavoro con “sonorità rock/punk/grunge che ben si mescolano ed amalgamano ad una vena pop, voci più pulite e testi più introspettivi.” L’affermazione è sicuramente confermata dalla prima traccia, nonché title track dell’EP, un pezzo piuttosto pop con una produzione un filo più spinta per conferirgli quell’aura rock che lo rende adatto anche per un viaggio in macchina.
Mi piacerebbe azzardare un paragone fra lo stile vocale seguito da Vittorio e quello dei grandi interpreti di musica leggera italiana come Battisti (non lo cito per caso; poi ne riparliamo), ma in realtà per buona parte del pezzo il mio cervello visualizza la copertina coloratissima del primo disco delle Teste sciroppate. Non chiedetemi perché. Nel frattempo l’intera intro dell’articolo è da cancellare perché la canzone si apre dicendo “Motivi per uscire non ne ho mai”, ma in compenso nella successiva “non esco spesso come prima” mi ci ritrovo molto dato che sto invecchiando.
La sezione ritmica dei Gecofish viene idealmente catapultata in prima linea sul palco per l’inizio di Grande, tutto batteria e basso –e voce, ma il cantante e il bassista sono la stessa persona. Quando poi la chitarra si riprende il suo spazio ricacciando rullante e grancassa in fondo al palco (leggi “quando parte il ritornello”) comincia il punk rock bello tirato. Una canzone semplice e diretta, senza troppi fronzoli, che va bene anche da ballare per tenere lontani i pensieri pesanti.
Ancora più tirata la traccia successiva, Lasciarti andare, che è solo punk rock fin dalla prima strofa. Il ritornello è probabilmente il più orecchiabile del disco e vedo già un potenziale singalong con i fan della band, ma musicalmente parlando l’elemento più degno di nota in questo pezzo è che le strofe sono catchy quasi quanto il ritornello. Il brano dura meno di tre minuti perché quando una canzone è così veloce e tirata è spesso deleterio prolungarla senza ragione; ottima mossa. Mi preme segnalare che “strano lasciare la tua città” è una frase importante perché rappresenta il sogno di ogni pop punk kid che si rispetti.
L’EP si chiude un po’ a sorpresa (e qui ritorniamo all’anticipazione di cui vi dicevo un paio di paragrafi più in alto) scomodando addirittura Lucio Battisti, di cui i Gecofish ci propongono la cover di Una giornata uggiosa. Se le prime note traggono in inganno facendo pensare a una cover acustica, la canzone ben presto fa un 180° e diventa megaheavy con un sentore di grunge, anche se la chitarrina acustica si continua a sentire per tutto il pezzo. Non dico quale versione sia più bella perché non sarebbe giusto e non avrebbe neanche senso, ma questa versione è da ascoltare quando si provano emozioni nette, l’originale quando si vuole riflettere con una spolverata di malinconia.
Il rock che i Gecofish ci propongono in Motivi per uscire è un rock proteico e proteiforme. Come le proteine è un rock di sostanza, va dritto al sodo senza perdersi in orpelli insulsi per entrare con semplicità nelle orecchie di chi ascolta; come la divinità greca è un rock poliedrico, che sa trasformarsi a seconda della canzone e delle necessità, spaziando da atmosfere pop rock da stereo a sonorità punk rock da localino underground. Un disco da ascoltare quel giorno che decidi di essere produttivo e fare qualcosa di bello perché ti sei reso conto che il tempo che hai perso non ritorna più.