Correva l’anno 2004 e vi giuro che ero io la quattordicenne più figa delle autopiste Busnelli. Mi vestivo di merda perché ero già lanciatissima verso il punk rock ma la mia mamma si incazzava se smettevo di mettermi le felpe della Lonsdale visto che le aveva pagate un botto di soldi. Menomale che poi sono cresciuta di botto di 10 centimetri e quindi non mi sono mai più andate bene. Però il bomberino con l’interno scozzese era proprio figo.
Coooomunque… nel 2004 c’era questa canzone hip hop bruttissima con un beat veramente indecente e una melodia fastidiosissima che però piaceva a tutti. Era F**k It di Eamon, e ci piaceva perché diceva: Fuck you, you hoe, I don’t want you back
Uomini, donne, grandi e bambini, si abbassava la musica e tutti gridavano fuck you, you hoe, I don’t want you back.
L’unica reazione degna di nota a questa canzone è stata la risposta della rapper Frankee che sosteneva di essere la ex di Eamon a cui era dedicata F**k It. Non era vero però è stato divertentissimo:
Come avrete notato ogni due parole ce n’è una censurata, il massimo della trasgressione, giuro, il massimo!
Nello stesso periodo stravedevamo per:
Without Me, di Eminem (2002) in cui si mandava in cueo chiunque, e si parlava di cose schifose tipo liquido seminale in orifizi vari;
Turn Me On, di Kevin Lyttle & Spragga che magari non l’avete mai notato ma diceva tipo “One hand on the ground & bumper cock sky high/ Wining hard on me/ Got the python/Hollerin’ for mercy…”;
My milkshake brings all the boys in the yard;
Potrei continuare all’infinito.
Ah no ma scusate è hip hop, nel pop punk invece eravamo tutti amici e gentili l’uno con l’altro tipo i Paramore che dichiaravano “Once a whore you’re nothing more”.
O i Panic! At The Disco che ci hanno insegnato a chiudere le porte per evitare di scoprire che “the poor groom’s bride is a whore”.
Ma i miei preferiti di tutti sono i Cute Is What We Aim For di cui potrei citare l’intera discografia ma invece prenderò la prima strofa di The Fourth Drink Instinct: She’s underage and so very very brave/ A fake ID lent her credibility/ She sits at the bar/ The gents are gonna try so hard.
La storia finisce con lei che regretta di essersi scopata uno e probabilmente con delle allegations su Twitter 10 anni dopo. Ops, scusate, sono andata fuori tema.
Non vi mancano i tempi in cui bastava mettere il “parental advisory” sui CD e ognuno poteva scrivere tutto quello che voleva nelle proprie canzoni?
Oggi invece, Dan Lambton – che probabilmente è anche lui un fan dell’hip hop visto che ha deciso di fare un bel dissing su twitter – ha rimproverato i nuovi protetti di Feldmann, i Makeout, perché in una delle loro canzoni dicono: “You blew it with your bullshit, you fucking whore”
E alla fine il problema non è la parolaccia in sè, ma è che è una cosa sessista. E lo è nonostante non sia mai specificato il genere della persona insultata da nessuna parte nell’intera canzone (viene usato esclusivamente il pronome “you”).
Ovviamente poi loro gli rispondono: “che cazzo fai l’amichetto che in realtà ci stai lanciando merda addosso?” e lui fa: “ma va, era solo un consiglio” e poi tutti si schierano da una parte e dall’altra e nascono discussioni inutilissime tipo “Perché sempre le femmine vengono insultate?”
Ma sarà perché le canzoni “incriminate” sono scritte da maschi eterosessuali? No regaz, è sicuramente perché sono tutti sessisti e misogeni nella scena e nella vita.
Escluso Parker Cannon, tutto il resto del mondo è sessista, i Makeout sono sessisti, Dan Lambton è sessista, Hayley Williams è sessista, questo post è sessista, il sessismo è sessista.