REVIEW: “Going Grey” by The Front Bottoms

di Michela Rognoni

Non so come sia possibile ma succede ogni volta: ascolto un album dei The Front Bottoms per un paio di volte e alla terza sto già cantando tutte le parole corrette.

Going Grey è il quarto full-lenght della band, il secondo con Fueled By Ramen e ha fatto tanto discutere i più puristi dei fan per l’evidente distacco dai primi lavori della band.

Certo, anche Back On Top aveva fatto discutere perché troppo pulito e professionale per colpa dell’etichetta, ma Going Grey è effettivamente diverso ma assolutamente non in modo negativo.

the front bottoms going grey

I The Front Bottoms si sono presi dei bei rischi in questo disco ma ne sono venuti fuori benissimo con un prodotto entusiasmante, fresco ma pur sempre riconoscibile come disco dei The Front Bottoms.

I brani che più incarnano questa sperimentazione sono l’opening “What If I Say (Holy Fuck)”, che non è però ben riuscita come “Grand Finale”, situata per altro alla metà esatta del disco, e “Trampoline”, la mia personal favorite, ipnotica come poche. In questi brani regnano i synth e un’atmosfera a metà tra il dream pop e i Depeche Mode.

Per ritrovare invece i soliti Front Bottoms di sempre si può fare affidamento sul singolo “Vacation Town“, sulla finale “Oceans” e sulla sgangherata “Don’t Fill Up With Chips” che suona esattamente come avrebbero suonato i brani del self-titled se fossero stati registrati in studio e non in un basement.

Notevole anche “Everyone But You”, una specie di nuova peach per persone meno posi.

Siccome mi piace rompere il cazzo, mi tocca segnalare la somiglianza di “Bae” con la bellissima canzone dell’EP più bello del mondo (di You Me And Everyone We Know “Does It Amaze Thee?”, e vi sfido ad ascoltare “Raining” senza cantare “I met a girl name Terra and she lives in the heart of america”.

Le band maturano, si evolvono e sentono il bisogno di fare dei passi avanti tra un disco e l’altro, altrimenti sarebbero tutte come gli Zebrahead che fanno lo stesso disco da 20 anni, ma sai che noia?

8/10

I The Front Bottoms ci hanno fatto un incantesimo perché non è possibile che in 5 anni che li seguiamo, 4 album e svariati EP ci facciano dire sempre e solo “non ne hanno mai sbagliata una.”

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