Interview with Hån

di Alessandro Mainini

Dove si potevano incontrare un’artista emergente del bresciano e una webzine italiana? Ma a Londra naturalmente. Lo scorso 7 luglio Hån, fresca di pubblicazione del suo singolo d’esordio The Children, ha suonato il suo primo concerto in UK nel cuore di Shoreditch. Ne abbiamo approfittato per conoscere il progetto più da vicino facendo due chiacchiere con Giulia e il chitarrista Michele.

In una recente intervista hai raccontato com’è nata la tua passione per la musica quando eri piccola. Io allora ti chiedo, da dove viene la scelta del nome Hån?

Giulia: Volevo un nome che potesse ricordare gli ambienti nordici, perché quello che scrivo e quello che ascolto traggono ispirazione da lì. Però non volevo un nome di persona, quindi ho cercato una parola che potesse sembrare un nome, che fosse breve e ricordasse quegli ambienti.

Da cui l’anello sopra la A. Come fai a digitarla da computer?

Giulia: [ride] Allora, per me è semplice perché ho il Mac, quindi teoricamente tenendo premuto il tasto della A compaiono le varie opzioni delle vocali.
Michele: Oppure Alt + 134, e Alt + 143 per la maiuscola!
Giulia: Ecco, lui ha scoperto il codice.

Come mai hai scelto di cantare in inglese?

Giulia: Per due motivi. Il primo è che ascolto quasi solo musica cantata in inglese; il secondo è che vorrei puntare anche verso l’estero più che rimanere confinata in Italia.

In tutte le recensioni e articoli di presentazione di The Children ho letto che la canzone risente molto delle influenze del paesaggio maestoso del Norditalia. Puoi dirmi qualcosa di più su come secondo te il luogo dove sei cresciuta traspare nella canzone?

Giulia: Questa è una questione complicata. Perché io vivo effettivamente in campagna in mezzo alla natura, però non è esattamente questo che ha ispirato la canzone come invece ho letto su vari siti.
Michele: Leggere questa affermazione è una cosa che un po’ ha stupito anche noi.
Giulia: Diciamo che è stato fatto un collegamento abbastanza semplicistico. Magari inconsciamente il posto dove vivo ha avuto qualche influsso sulla canzone, però in realtà se penso a qualcosa che mi possa ispirare sono i paesaggi naturali come le foreste.

Su Twitter hai scritto: “It’s such a strange thing that a song born in a little bedroom can reach so many places.” Che sensazione fa sapere che la tua canzone, peraltro la primissima, viene ascoltata in tutto il mondo?

Giulia: È stato strano. È anche merito dei ragazzi che lavorano con me, che sono stati molto bravi. Mi sento fortunata ad avere trovato le persone giuste, perché molto dipende dalle persone con cui lavori. Anzi, direi che l’80% del merito è loro. No, seriamente! Poi che il pezzo sia piaciuto sono felice, però il fatto che si sia diffuso così tanto anche fuori dal territorio italiano è merito loro che hanno saputo indirizzare la cosa nel modo giusto. Riguardo alla sensazione che provo, in realtà avendo avuto pochi approcci live, soprattutto fuori dall’Italia, non posso tanto rendermi conto che 130.000 plays su Spotify sono effettivamente fatte da persone reali. Perché alla fine tu vedi soltanto un numero, ma se pensi effettivamente a tutte le persone che l’hanno ascoltata, ti cambia un po’ la percezione. Però quando vedi il numero non ci pensi. Sarebbe bello avere più consapevolezza della cosa, però finché non si suona live penso che non si possa avere.

Qual è l’ultimo album che hai ascoltato?

Giulia: Oggi sul pullman per venire qua, cliché dell’anno, ho ascoltato i The 1975, l’album col titolo lunghissimo: I Like It When You Sleep For You Are So Beautiful Yet So Unaware of It. E li ho visti anche in concerto l’altro giorno!

E quali sono invece i tuoi dischi preferiti di questo 2017 sin qua?

Giulia: Aiuto, non so gli anni di uscita degli album! Quello dei The xx, quello dei Paramore, quello di Lorde… però ho scoperto un po’ di musica quest’anno anche se non è uscita nel 2017. Ad esempio prima di quest’anno non avevo mai ascoltato bene i Chvrches.

Quando uscirà il primo disco di Hån, in che formati ti piacerebbe vederlo oltre a quello digitale?

Giulia: Penso che ad ottobre uscirà un EP composto da 4 pezzi che formeranno 4 versioni alternative del disco. Mi piacerebbe che uscissero dei vinili, ma non so se si farà.
Michele: Eh, quello non so. Perché è figo che saranno proprio 4 pezzi e 4 versioni alternative: dà proprio la sensazione di essere un lato A e un lato B. Però vedremo se si riuscirà. Anche le audiocassette non sarebbero male.
Giulia: Sì, riproducibili da chi? [ride] Da piccola io avevo quelle di Enya. Quando mia mamma era incinta di me mi faceva ascoltare Enya! E questo valga come “fact” tipo quelli che mettono i personaggi famosi sul perché hanno talento. [ride]

Oltre all’EP in uscita avete anche alcune date in programma per l’estate, tra cui quelle in apertura ai Cigarettes After Sex.

Giulia: Esatto. La prima è domani [8 luglio], quindi stanotte non dormiamo: abbiamo l’aereo alle 6 del mattino per tornare in Italia. Comunque faremo un po’ di date, ma quella che aspetto maggiormente oltre a quella di Roma è l’Ypsigrock Festival in Sicilia.
Michele: Io non vedo l’ora di suonare con Margherita Vicario.

Ultima domanda: cosa ne pensate delle uova?

Giulia: Delle uova? Allora, io penso che stamattina quando ero in aeroporto, alle 10 ho preso un McMuffin con le uova e il bacon.
Michele: L’alimento più versatile di tutti, perché si può fare in 2.700 modi, dolce, salato…
Questa è la risposta standard che ci danno.
Giulia: La mia era più originale. [ride]
Michele: Eh, io non avevo l’esperienza di vita vissuta da raccontare!
Giulia: Il destino voleva che io prendessi delle uova stamattina…
Michele: …e alla sera ti venisse chiesto!

—–

Di seguito le prossime date di Hån in programma:

24/07 – Viteculture Festival, Roma, w/ Cigarettes After Sex (info)
05/08 – Gargano Film Fest, San Giovanni Rotondo (FG), w/ Margherita Vicario (info)
06/08 – Villa’n’Roll Festival, Pesaro, w/ Mighty Oaks (info)
11/08 – Ypsigrock Festival, Castelbuono (PA) (info)

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