AIM AT THE MOVIES: Slam – Tutto per una Ragazza

di Michela Rognoni & Chiara Cislaghi
manifesto-slam-def-717x1024Vi siete mai chiesti come sarebbe prendere un paio di personaggi di Nick Hornby, ad esempio Sam e Alicia, e trasferirli da Londra a Roma? Andrea Molaioli evidentemente sì, infatti ha fatto questo adattamento cinematografico di Slam tutto italiano che – contro ogni pronostico – non è affatto una merda.

Tutto italiano tranne la voce di Tony Hawk che legge la sua biografia in lingua originale (sottotitolata) che è probabilmente la cosa che ho apprezzato di più in tutto il film perché, pensateci: la storia raccontata è estremamente attuale ed è pensata per un pubblico prevalentemente giovane; la lingua inglese è ormai parte integrante della cultura dei giovani italiani (almeno idealmente) quindi è giusto che questo multiculturalismo sia evidenziato nel prodotto artistico, no?
Una volta entrate in sala, scopriamo di essere addirittura in quattro. Non essendo noi intenzionate a fare nuove amicizie (e sapendo di essere fastidiosissime con i nostri commenti durante la visione dei film) decidiamo di lasciare gli altri due ospiti e di appropriarci delle poltronissime vip, che però non hanno le coperte (e infatti ho preso il raffreddore). Ma parliamo del film.
La narrazione segue piuttosto fedelmente l’idea originale del romanzo di Hornby, certo, per quanto lo scenario romano possa permetterlo. Il tutto è nobilitato da alcune battute di spirito che davvero, io mi sono accasciata dal ridere come poche volte nella vita. Il padre di Sam, interpretato da Luca Marinelli – che già mi aveva ammazzata col suo Zingaro ne “Lo chiamavano Jeeg Robot” – è di sicuro il personaggio più divertente oltre che convincente; ottima prova anche per la protagonista femminile Barbara Ramella nei panni di Alice, uno po’ meno perfetto il Sam di Ludovico Tersigni, che tiene per troppo tempo la stessa faccia da pesce lesso. Mi danno fastidio i denti di Jasmine Trinca e niente, ci tenevo a farvelo sapere.
Ma il personaggio più figo del mondo è Lepre aka Gianluca Broccatelli con cui ho ben 22 amici in comune su Facebook (amici che contatterò per avere informazioni sui capelli del suddetto). Se fosse il 2004 aprirei un forum sui capelli del Lepre. Lepre ti amiamo sei uno di noi!
Figa, bella anche la gag sul nome “Ufo”, molto più carino dell’originale “Roof”, e molto più pop punk se si pensa alle vicende di Tom Delonge.
La chiudo qua che mi pare che la cosa sia già degenerata una decina di righe fa. Andate a vederlo al cinema, ci sono gli sk8er boi (nel film, non nel cinema).

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