Di Rita Vitiello
Nothing I Write You Can Change What You’ve Been Through è il primo full length, uscito il 17 giugno 2016 sotto Hopeless Records, dei Trash Boat, giovane band di St. Albans (UK).
Dopo averci deliziato negli ultimi anni con un paio di EP buoni, non potevamo che sperare in un lavoro simile se non addirittura più buono, e devo dire che le aspettative sono state superate a mani basse.
“Strangers”, che vede anche la comparsa/aiuto di Soupy si conferma una delle canzoni più belle della band ed è riuscita a convincere anche i più critici. Rispetto alla canzoni che si possono ascoltare negli EP precedenti la voce di Tobi è più calma. Certo, non mancano le parti urlate che caratterizzano la band, ma sono decisamente meno e più ben fatte.
“Tring Quarry” sembra una canzone già sentita ma non riesco a capire quale (quindi se volete aiutarmi aiutatemi, dai).
“Brave Face” invece è la canzone che dà il titolo all’album (o viceversa); subito dopo è l’ora di “Eleven” e con mia sorpresa sento che è scampata alla maledizione delle canzoni rifatte della Hopeless e si conferma un piccolo gioiellino. Altra piccola chicca è l’ottava traccia “Catharsis” che si guadagna un posto nella top 5.
Con “Things We Left Behind” arriviamo alla fine dell’album, intriso di feels e lacrime, dove troviamo “The Guise of a Mother” e “You Know, You Know, You Know”; non so bene come spiegare queste ultime due canzoni, sono qualcosa di bellissimo e messe una dopo l’altra è una mossa da criminali, io mi sono spezzata in due dal dolore.
Insomma, questo è un album ben fatto, forse riusciremo a sentir parlare un po’ di più di questa band poiché se lo merita, sono un gruppo di ragazzi giovani e capaci e questo album lo prova. Promosso a pieni voti.
VOTO: 5/5