“The Years Ahead” by Abandoned By Bears

di Giorgio Molfese
abb.jpgAspettative alle stelle per il nuovo lavoro dei nuovi ragazzotti svedesi di Victory Records.
Gli Abandoned By Bears (o quello che ne rimane dopo i disastri interni) hanno pubblicato The Years Ahead, e noi adepti dell’easycore non vedevamo l’ora, dai! L’intro è ok, “Search & Find” è tutta un sing along in pratica, con breakdown e riffoni. Possiamo chiuderla qui, visto che mi aspetto che il disco sia esattamente così, su questa linea.

No dai, andiamo avanti con “Good Terms”, singolone che bene o male mi ha convinto, bei riff e ritornello abbastanza catchy, ci sta alla grande.
“Out Of Bounds” sembra un po’ più cattiva e ha un breakdown bellissimo che merita cinque stelle nella mia libreria Itunes.

Anche “For The Sake Of Nothing” è stata pubblicata prima dell’uscita del disco e nonostante tutto è un buon pezzo, mentre “True Colors” non mi lascia davvero niente di niente: è più arrabbiata, la produzione è ottima, ma la boccio a malincuore.

“Good Luck Next Year” parte un po’ più pop punk e un po’ più vecchi Abandoned By Bears. Si avvicina ai pezzi degli EP e quindi mi piace. Questa volta anche il ritornello ti rimane e come al solito il breakdown è tutto una festa.
“Bookmarks” la conosciamo e ci era piaciuta abbastanza, assieme a Good Terms resta il mio pezzo preferito del disco.

Momento noia con “No Rush”, “Act As If”, intervallato solo dall’ottima “Bad Luck” che rispolvera un bel synth, e dalla bellissima “Void Filler”.

Chiude il tutto “Compromise”, e almeno si chiude bene dai. Bomba incredibile l’inizio del pezzo con un riffone davvero EZ che farà saltare tutti quanti ai live.

Ora lo posso dire: al primo ascolto il disco non mi era piaciuto per niente, zero, nisba, nein. Nel modo più assoluto.
Non c’era un pezzo che mi mandava in fissa neanche al secondo ascolto, né al terzo. Dopo vari ascolti qualcosa di buono l’ho notato e l’album si è salvato.
Forse le aspettative erano troppo alte e riascoltarlo senza grossi pensieri è una gran cosa fidatevi. A volte le melodie non te le ricordi dopo ventordici repeat, a volte ti sembra di sentire la stessa canzone per la terza volta ma alla fine i nostri svedesi preferiti hanno passato l’esame.

Mi sento molto libero, tra le altre cose, di criticare gli ultimi lavori targati Victory, tutti da rimandare a Settembre (a parte il disco dei Broadside). Svegliatevi un po’ dai che una volta facevate cose belle.

Il voto è unicamente la media delle mie stelline/cuoricini su Itunes, ma alla fine ci sta. VOTO: 3,5/5

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