di Alessandro Mainini
Non passa anno senza che le nostre orecchie ricevano in regalo una nuova uscita di Allison Weiss. Per restare agli ultimi 4 anni, abbiamo avuto la compilation di canzoni giovanili The Teenage Years nel 2012, il secondo album in studio Say What You Mean nel 2013, l’EP Remember When, breve ma molto grazioso, nel 2014, e adesso New Love, terzo full-length della cantautrice georgiana trapiantata a Los Angeles.
Dopo la parentesi con No Sleep Records, Allison passa a SideOneDummy per questo nuovo lavoro, e il cambio di etichetta porta con sé un cambio di sound che alcuni potrebbero definire marcato, anche se la mano della Weiss è superriconoscibile in ogni singola traccia. Infatti, se il primo disco Was Right All Along (2009) era una via di mezzo tra canzoni molto pop e canzoni molto rock e col secondo album Say What You Mean la bussola si era rivolta verso sonorità molto più (indie) rock, con New Love si punta dritti sul pop. Nessun problema, il risultato è quello di sempre: canzoni straorecchiabili con melodie catchy ma anche delicate, che riescono a fare presa rapidamente senza però scadere nel banale o nel già sentito. Anzi, oserei dire che ancora una volta nessuna canzone dell’album assomiglia ad altre canzoni della discografia passata, cosa che per ogni artista diventa sempre più difficile quando i dischi alle spalle cominciano ad essere più di un paio.
Vediamo allora cos’ha da offrirci questo disco nel dettaglio.
La traccia d’apertura, The Sound, è ottimale: molto soft e delicata, fa trasparire appieno la malinconia nella voce di Allison che canta “I like to hurt ‘cause I like the sound”. E se lei deve soffrire per amore dell’arte, come canta qualche istante prima, noi non possiamo che essere grati per questo heartbreak, se ci ha portato canzoni come la qui presente. La traccia si chiude con un crescendo prolungato che però non sfocia in un finale catartico, chiudendo bruscamente la canzone, ma questo non è affatto un male perché a quel punto parte Who We Are. Molto più upbeat, ha un ritornello che sarebbe decisamente riduttivo definire catchy.
È una canzone che rappresenta alla perfezione quanto si può trovare nel resto del disco: un rock molto leggero, quasi essenzialmente pop movimentato, ma di grande fattura. Se si vuole proprio cercare un difetto, potrei dire che il bridge perde qualcosa perché la voce sembra un po’ sforzata e monocroma per alcuni istanti, ma sono inezie.
Del resto la performance vocale della Weiss è notevole anche in questo disco, e lo si nota soprattutto in tracce come la title track New Love, o (specialmente) Good Way, perfetto esempio delle potenzialità della cantautrice messa a confronto con una canzone più energica. Davvero belli gli accompagnamenti “a cappella” che si sentono in particolar modo nel primo ritornello prima che parta la musica. Quanto alla title track, è bella e malinconica, o bella malinconica, fate voi.
Il testo, struggente come la voce, ci parla del tema che congiunge tutte le canzoni del disco: un amore finito male, o per dirla all’inglese, un heartbreak, argomento riguardo al quale Allison è maestra nello scrivere canzoni. “There’s no love like new love, you’re moving on and all I want is you, love”, che peraltro è la linea portante del bridge più coinvolgente dell’intero album. Una curiosità: la linea di chitarra ricorda molto vagamente quella di Newport Living dei Cute Is What We Aim For, e la cosa mi piace parecchio, ça va sans dire.
La parte più dolce e vellutata del disco la recitano Counting Down e Out of This Alive. Nella prima, una linea di chitarra smorzata guida una melodia minimale che quasi dà l’impressione di essere solo un accompagnamento per la voce. Scelta strategica, perché anche in questo caso è il testo ad avere importanza, trasmettendo un messaggio di speranza e di fiducia in sé stessi: la Weiss ci ispira a non avere paura di prendere le decisioni importanti che possono migliorare la nostra condizione, anche di fronte allo stress che queste possono provocare. Alla fine abbiamo sempre da guadagnarci. “I know some day I’ll be okay, and I won’t need you like I do, […] ‘cause I did what I had to do”. Out of This Alive ricorda un po’ il sound di Call Your Girlfriend, la fortunata cover della hit di Robyn che Allison ha inserito nell’EP Remember When dell’anno scorso. Anche in questo caso il messaggio del testo è positivo: per quanto straziante possa essere un addio, ne usciremo sempre vivi se crediamo in noi stessi.
A fare da contraltare musicale a queste due tracce troviamo i due pezzi più rockeggianti dell’album, che rimandano un po’ al sound di Say What You Mean. Sto parlando di Golden Coast e Motorbike. Curiosa quest’ultima, in cui Allison ci parla dei suoi programmi per l’estate: “I wanna ride my motorbike, I wanna ride my motorbike all summer long”, così può finalmente smettere di pensare al suo heartbreak. È però forse la canzone meno ispirata del disco e un tantino ripetitiva, anche se senza dubbio molto divertente da ascoltare su una Kawasaki.
Qualcuno pensa che sarebbe bello sentire Allison Weiss alla radio? Se il mondo funzionasse bene, Back to Me sarebbe in heavy rotation su tutte le principali stazioni. Qui si rivela un ulteriore lato della Weiss, quello capacissimo di scrivere canzoni pop da Top 40 (lo dice anche nel testo) con un ritornello travolgente e un testo significativo, a differenza di quanto bene o male passa per radio. Vi dirò che se rallentiamo un pochino il ritmo della canzone, potremmo trasformarla in una hit degli Echosmith, e io sono un grande fan degli Echosmith.
Detto di Over You che è la tipica canzone à la Allison Weiss (e il “tipica” assume qui una connotazione oltremodo positiva), il disco si chiude con l’acuto finale: The Same è la traccia più bella. Già sentita in versione “più acustica” sulla compilation The Gayest Compilation Ever Made vol. 3, è un piacere ritrovarla sul disco nella sua versione finita. Il messaggio che il testo ci vuole trasmettere è universale e molto significativo: “I’m not lonely like I used to be, I get older and I notice things. We all got feelings that we can’t explain, we’re all a little bit the same”. In fondo, per quanto possiamo apparire diversi, siamo tutti fatti allo stesso modo, no? Un messaggio semplice ma quantomai rilevante in tempi di facili slogan e populismi.
E allora esame ampiamente superato anche stavolta per la Weiss. Possono cambiare stili e approcci al songwriting, ma alla fine ciò che conta per mettere insieme un bel disco è il talento, unito alla sensibilità artistica, e lei possiede entrambi. Questo disco dimostra, se ce n’era bisogno, che fare un album pop e radio-friendly e tenere alte la qualità musicale e la ricchezza dei testi sono cose che possono andare benissimo di pari passo. Con i suoi sprizzi di energia e i suoi sprazzi di vulnerabilità, con i suoi testi intimi e personali ma anche accessibili e universali, New Love è un disco che vale per tutte le stagioni.
VOTO: 4,5/5
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