Di solito chi introduce una classifica relativa agli spot pubblicitari usa frasi come “quel mezzo di comunicazione brutto e cattivo che ci manipola tutti e ci fa comprare cose che in realtà non ci servono”.
Bene, dal momento che noi non abbiamo mai sentito il bisogno di farci comprare un diamante Trilogy dal nostro fidanzato e le nostre mamme non ci cucinano solo bastoncini Findus, prese dall’entusiasmo provocato dai due tipi di nodi esistenti, vi eviteremo lo sbatty di leggerlo e partiremo subito con la Top 10 degli spot pubblicitari che ci hanno rovinato l’infanzia (e forse anche la vita…).
10 Pennello Cinghiale
Quello del Pennello Cinghiale è uno spot degli anni ’80 che però ha continuato ad essere trasmesso ad oltranza per il grande impatto provocato. Tuttavia noi abbiamo sempre trovato piuttosto disagevole il fatto che da un momento all’altro un imbianchino amatoriale in bicicletta potesse fare la sua apparizione sulla statale e farci fare tardi al lavoro per colpa del suo pennello grande/grande pennello.
9 Ralf il cucciolo amico
Ralf è un cucciolo radiocomandato e fa le cose che farebbe un vero cucciolo, eccetto per il fatto che non muore, non deve necessariamente mangiare ogni giorno e può essere lasciato a casa da solo durante le vacanze al mare. Un’altra cosa che lo differenzia dai cuccioli veri è che quando fa la guardia i suoi occhi si illuminano in modo piuttosto inquietante. Lasciare la vostra casa incustodita non sarà più un problema, almeno finché non si scaricheranno le batterie.
8 Mental
L’asso nella manica di Mental è un umorismo trash dato da un bassissimo doppiosenso reso ancora più trash dall’accento tipicamente mafioso e dagli abiti indossati dal protagonista che ce l’ha profumato.
7 Ferrero Rocher
Tralasciando l’inquietante cappello della signora in giallo (che no, non è Jessica Fletcher da giovane), quello che sconvolgeva di questa pubblicità è che anche i bambini riuscivano a percepire che tra questa signora e Ambrogio ci fosse una relazione perversa. Andando avanti con gli anni, la tesi riconosciuta riguardava un impiego dei due nel mondo della pornografia d’autore.
6 Philadelphia
Probabilmente vi chiederete cosa c’è di strano in questo spot. Bè, io ho sempre temuto che ad un certo punto i miei genitori tornassero a casa con Kaori e cominciassero a nutrirmi solo con poco poco Philadelphìa. Mmm BUONO!
5 4 Salti in padella
Ridendo e scherzando è piuttosto traumatico pensare a Babbo Natale come uno stalker egoista che ci inganna con il trucco di petto o coscia. Come se non bastassero tutti i film su babbonatali ladri e assassini. Non ci converrà riconsiderare il significato di “lista dei buoni”?
4 Bebi Mia
A me le bambole in generale non sono mai state simpatiche, ma Bebi Mia, diamine, lei muoveva la bocca! È una creatura del diavolo!
La “Bambola Assassina” di Tom Holland è, in realtà, Bebi Mia dopo una seduta al parrucchiere…
3 Pago Bancomat
In pratica uno strafatto che fa la spesa in drogheria. Chiamate il manicomio, altro che pago bancomat.
Pensate a ritrovarvi realmente in una situazione del genere, chiamereste o no i carabinieri?
2 Levissima
Il faccione contento di Messner dopo un rigenerante sorso di Levissima non sarebbe stato così inquietante – bè un po’ si – se la sua voce non fosse stata così profonda e se mia mamma non si fosse ostinata a raccontarmi la storia di come le sue dita dei piedi si siano staccate per il freddo ogni volta che veniva trasmessa la pubblicità.
1 Tabù
È l’uomo nero che canta al buio, l’incubo dei bambini. E in più è un feticista delle caramelle, e tutti noi sappiamo quanto sia importante non accettare le caramelle dagli estranei!
Se tralasciate il fatto che io pensavo fosse un orso, tutto questo terrore avrebbe una motivazione fondata.
Special guest: Stream
Questa pubblicità avrebbe dominato la classifica se solo avessimo trovato quella giusta, quella in cui questo tizio urlava a caso streeeeeeeeeeeeam.
Però era troppo emblematica per non farvela vedere (e ci ha anche ricordato quanto siamo vecchi, per aver addirittura assistito alla nascita del bisnonno di Sky).